Ritratto di famiglia


Tecnica mista vernice trasparente su legno e tela, 185 x 193 cm, 2018

Da tre personalità


Ulrich Tukur, Katharina John Ulrich Tukur, Katharina John

Nel dicembre del 2014, visitammo la giudecca a Venezia; un tempo isola di lavoratori situata di fronte a piazza San Marco. Qui si trovano ancora i resti di una normalità e quotidianità veneziana non ancora turbata. La galleria cittadina '´Tre oci' presenta occasionalmente mostre fotografiche eccellenti. Lì sullo scaffale si trovava il volume illustrato 'NeoRealismo – La nuova immagine in Italia 1932 -1960'. Fu un periodo sconvolgente per la fotografia in bianco e nero.

Sul titolo del volume c’era una foto di Tranquillo Casiraghi 'Gente della Torretta'. ❯ alla foto.

Mai prima di allora avevo visto quella foto. Ritengo sia curioso che l’immagine continui a togliermi il fiato ancora oggi. Questa foto mi scosse profondamente e mi fece pensare: 'dipingerai Katharina e Ulrich in una composizione simile!'

La mia idea artistica venne accettata. In tali momenti mi sento così felice. Anche Barbara, la mia musa e compagna acconsentì. Probabilmente dovrò lavorare nove mesi sul dipinto. Fin dalla nascita del ritratto porterò con me tutto ciò che lo sforzo mi richiede; voglia, amore, dubbi, pazienza, vitalità, smarrimento, speranza e fiducia.

Il compagno di Katharina è un attore, musicista e autore. Sarà difficile trovare il tempo per fissare un appuntamento per la posa. Sei mesi più tardi ci incontrammo in un hotel ad Amburgo per bere un caffè ma c’era un problema, i costumi di entrambi non erano ancora arrivati. Per spiegare il disguido Ulrich ci raccontò l’accaduto: 'Volavamo sopra Bruxelles, ma lì era scattato un allarme bomba. Le nostre valigie devono ancora arrivare. E ora?'.

Così fissammo un nuovo incontro per la posa. Ci trovammo nei primi mesi del 2016 nella loro casa a Venezia. Nel frattempo Katharina aveva scoperto sull’isola un muro adatto a fungere da sfondo per il nostro doppio ritratto. Amo quando quei due giocano mentre gli ritraggo perché il dipinto diventa una generale messa in scena.

Dopo la morte del loro cane Toto, ne avevano fortunatamente preso un altro. Era un cane asiatico di sole otto settimane e si trovava sotto lo sgabello del pianoforte; si chiamava Peppina. Il colore del suo pelo era uguale a quello dei miei capelli, così la mia voce interna mi suggerì che anche il cane doveva far parte del ritratto. Dipingerò un ritratto di famiglia con tre differenti personalità.

Prendemmo una sedia da caffetteria chiamata 'Kafka' e bighellonando ci dirigemmo, in un pomeriggio domenicale, verso il muro per lo sfondo. Attraverso gli alberi filtravano leggeri raggi di luce. I resti di un muro rosso mi ricordarono la tonalità del sangue caduto a terra. I residenti ammiravano la giovane Peppina con occhi delle nonne che vedono per la prima volta i loro nipoti.

Dopo poche ore avevo ottenuto gli schizzi delle foto che tanto avevo sognato per il mio ritratto a grandezza naturale. Che gioia! Alla sera andammo a mangiare accompagnati da vino rosso ed interessanti conversazioni piene di leggerezza.❯ Storia della nascita del ritratto

❯ Katharina John e Peppina all`Studio-Galleria Jürgens pittura Neorealismo Arte, Nuovo Realismo, Pittura Nuovo Realismo Art, Realismo Arte, Contemporaneo Realistica, Artisti figurativi contemporanei, Pittorico Pittore, Quadri di ritratti, Ritratti natura morta, Arti figurative, Pittore ritrattista, Pittura natura morta contemporanea, Pittura in tavole, Manfred W. Jürgens Wismar Germania

Tradotto dal tedesco da Gianluca Favero, Venezia 2018 © MWJ, Wismar, 20.11.2018