Bosse nel Bosco


Tecnica mista vernice trasparente su legno e tela, 85 x 90 cm, 2015/17

Una storia d'infanzia


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Un giorno, avevo appena quattro anni, quando giocando nel bosco trovai sotto del fogliame autunnale un teschio di animale frantumato. Alla sera riportai a casa il reperto e lo misi nel soggiorno. Mio padre pensava fosse il teschio di un vecchio cinghiale. Mi meravigliai. Davvero? Si, il reperto apparteneva ad un cinghiale in carne ed ossa.

Di cinghiali ne avevo già visti molti poiché vivevamo vicino al bosco. Mio nonno una volta mi raccontò che i cinghiali hanno grossi denti a lato e che con questi mordono i bambini. Avevo molta paura di loro. Mi sembravano sempre incattiviti ed irrequieti. Inoltre correvano molto veloce ed incuriositi scavavano un po’ qua e là. Decenni dopo in un incubo ricorrente mi rincorrevano nella foresta nera.

Ma poteva veramente essere il teschio di un cinghiale? Ciò mi riempiva di tristezza. Non devono rimanere altri resti quando muore un animale? Oh, ci sono ancora un paio di ossa. Non le hai ancora trovate tutte. Quindi la mia domanda sommessa era: “E di noi? Cosa rimane di noi uomini?” Mmh…Chi conosce così bene la risposta?

C’era la cena e rimasi ammutolito per il resto dei giorni seguenti.

Era il mio primo incontro con la morte e molti altri ne sarebbero seguiti però mi ricordo spesso dell’emozione intensa che provai e volevo raccontare, in un quadro, l’esperienza che ho vissuto quel giorno. Così cercai a lungo un meraviglioso ragazzino di appena quattro anni.

Io non mi volevo dipingere.

Alcuni anni fa, durante una camminata con la mia compagna ed il cane di mia suocera, la bestiola mi portò un teschio di cinghiale che aveva trovato poco prima. Non c’erano formicai nelle vicinanze quindi bollii il teschio. Puzzava terribilmente.

Anni più tardi incontrai il ragazzo nel quadro. È il figlio di un collega della mia compagna. Per questa posa stava seduto con il teschio in mano nel mio atelier. Gli raccontai le mie storie e il fatto che il teschio fosse rimasto per molti anni nello scaffale della mia cameretta. In qualche modo vidi che gli si rizzarono i capelli e notai in lui un misto tra stupore e sconvolgimento. Il ragazzino vedendosi apparire nel ritratto mi disse: “Mi ritrai ma non mi siedo mica così. Non mi sono mai seduto in un bosco su un grosso albero. Così deve avvenire anche nel tuo atelier”.

Questa è l’arte della pittura. Tutto è possibile ed in qualche modo ogni ritratto è a modo suo un autoritratto.




Realistische Malerei heute, Manfred W. Jürgens Wismar

La struttura dell'
imprimitur, della pittura di fondo
e degli strati di colore

Realistische Malerei heute, Manfred W. Jürgens Wismar

Bosse
in studio
a Wismar